Massimo Gallerani
Autore, Art Director, Set Designer
Massimo Gallerani, dopo gli studi umanistici (maturità classica e laurea in lettere e filosofia) e una formazione in counselling psicosociale a indirizzo transazionale, per qualche anno svolge in università attività di assistente, abbinando l’insegnamento a varie forme di collaborazioni editoriali sia in riviste culturali, sia presso svariati editori (Rizzoli, Il Saggiatore, Dedalo…), occupandosi di curatela, traduzioni e pubblicando saggi.
In seguito approda al teatro e per lungo tempo collabora col Piccolo Teatro di Milano ai tempi della direzione di Giorgio Strehler, nella veste di assistente alla drammaturgia e alla documentazione in occasione di alcune messe in scene storiche (“Re Lear”, L’”Opera da tre soldi”, “Il Giardino dei ciliegi”, “Il Campiello”, “Le Balcon”,...), acquisendo una preziosa conoscenza del lavoro di palcoscenico e di scenografia. È autore per la RAI e per TSI (Televisione della Svizzera italiana) di programmi radiofonici, televisivi e di sceneggiature.
In seguito, dopo un’esperienza di scouter e direttore di una model agency, negli ultimi anni, la cultura e la sensibilità figurativa maturata durante l’esperienza teatrale si esercita in un campo più direttamente commerciale, mentre la scrittura si piega anche a forme di comunicazione giornalistica: diviene direttore creativo e responsabile della comunicazione per un’azienda del settore moda, produttrice di tessuti e di abbigliamento maschile.
Oltre ad occuparsi della parte testuale della comunicazione e della pubblicità, ne dirige anche il visual merchandising. In particolare, nell’ambito di un progetto che privilegia la strategica ubicazione del flagshipstore, in via Montenapoleone, fa delle vetrine un autentico palcoscenico per installazioni di carattere scenografico e teatrale che si susseguono con cadenza bimestrale. È ideatore e direttore creativo dell’intero progetto e delle singole “rappresentazioni”; esse richiamano l’attenzione dei media e dei comuni passanti, al punto da divenire un’impronta identitaria del marchio. Qui si giova della sua esperienza teatrale per mettere in scena delle “tranches de vie” radicate nella cultura visiva contemporanea, perché alla stregua di uno stop-immagine, la moda si ricontestualizzi in un frame di vita reale, riproposto volta a volta nella dimensione del sogno, della memoria, di un futuro possibile. In un libero percorso tra realtà e finzione, dall’iperrealismo all’astrazione, nel tempo va componendo una sorta di laboratorio d’immagini. Nella veste di direttore creativo progetta e realizza uno speciale evento per una nota casa automobilistica italiana e tiene seminari di visual communication presso la Domus Academy e l'Istituto Marangoni.