Gita al faro

Il titolo, ancora una volta, ha un’ascendenza letteraria in un famoso romanzo di Virginia Woolf. Ma è solo un pretesto.

In una delle vetrine una grande foglia sospesa nelle varie sfumature del rosso, in materiale resinoso, che allude simbolicamente al mare; su di essa appoggia un mezzo guscio di noce, ovviamente gigantografato, che funge da scafo per la nostra barca primitiva.

L'albero della barca, è in legno, sfaccettato come un fiammifero da cucina con la sua capocchia rossa in cima. Le vele sono in maglia di ottone di colore dorato.

L'idea è quella di servirsi di materiali poveri (guscio di noce, fiammifero...) per rappresentare un'idea di barca, una proiezione immaginaria e poetica che allude sia a un gioco che si può costruire da bambini sulla riva del mare, sia a un'imbarcazione primitica e mitologica.

Nella seconda vetrina campeggia un faro di 2,50m. di altezza, a forma conica, di colore bianco, in piccoli mattoncini , ricostruito in tutti i suoi dettagli perfettamente miniaturizzati, dotato della sua lampada con luce rotante e intermittente. Accanto, una passerella di graniglia chiara e madreperla, che serve da appoggio e da camminamento per i due manichini.

Il pavimento di entrambe le vetrine è ricoperto di sabbia nera, vulcanica, ma con piccole frammenti che aggiungono  qua e là un filo di lucentezza. La funzione del nero del pavimento è quella di far risaltare, per contrasto, i toni chiari della passerella, del faro, e il rosso della foglia sospesa, oltre che di conferire astrazione all'intero allestimento.

Il fondale è costituito da pareti chiare in legno decappato, che si raccordano con quelle delle rimanenti vetrine.



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